ECCO LE BOMBE ECOLOGICHE DEL MALAFFARE

Paternella 10

BOMBE ECOLOGICHE SU TERRASINI. IMPRESSIONANTE IL REPORTAGE FOTOGRAFICO CHE VI PROPONIAMO. NEL PIÙ GENERALE DISINTERESSE, AGONIZZA IL TERRITORIO COMUNALE. UN ATTO DI ACCUSA SENZA ATTENUANTI CONTRO L’ INERZIA DELLE ISTITUZIONI.

FRANCESCO CICERONE, CHE CON QUESTO SERVIZIO INIZIA LA SUA COLLABORAZIONE CON “TERRASINI OGGI”, HA PERCORSO IN LUNGO E IN LARGO IL TUNNEL DEI RIFIUTI CHE ASSEDIANO LE NOSTRE CONTRADE: ETERNIT, PERCOLATO, TERRIBILI GUAINE, DIOSSINA, COPERTONI, ANIMALI PUTREFATTI, RIFIUTI DI OGNI TIPO, DISCARICHE A CIELO APERTO IN OGNI DOVE.

di Francesco Cicerone

Ci sono discariche a Terrasini che si formano continuamente. Quella della statale accanto ad una scuola, quella del lungomare accanto ad un ristorante e al mare, quella accanto ad un supermercato e ad una sala trattenimenti. Le più famose, se mi si permette il termine, si riempiono così tanto di ogni genere di porcherie e mai vengono svuotate del tutto, divenendo norma, cioè parte integrante del territorio. E tutto questo avviene da anni, oscurando il bellissimo paese di mare e di buon turismo che tanti hanno conosciuto e mettendo in fuga i pochi turisti veri o gemellati che portano moneta.

Ma quello che in tanti sottovalutano è il rischio nascosto che incombe sulla vita di ogni abitante del piccolo paese, nelle periferie, nelle campagne antistanti e su su fin sulle colline. Il pericolo probabilmente scende a valle silente, nell’aria che respiriamo e nell’acqua delle falde sotterranee …

Abbiamo girato, fatto un reportage in esclusiva, ascoltato alcuni abitanti su quanto visto direttamente sul luogo, in lungo e largo. Questo ne rappresenta il resoconto e la documentazione (ATTENZIONE: alcune immagini, in particolare quella relativa a un cane fra i rifuti in putrefazione, si sconsiglia la visione a persone particolarmente sensibili).

 

 CONTRADA “FEMMINA MORTA”

Da Contrada “Femmina morta”, lì dove i rifiuti stazionano da troppi mesi, inizia il nostro viaggio. A dispetto del nome, una zona bellissima, una natura rigogliosa, ed un panorama mozzafiato. Qui, presenti, centinaia di metri di mondezza abbandonate da mesi sul terreno, al sole e alla prima pioggia, oramai percolato che probabilmente ha già penetrato il sottosuolo ed è andato oltre. «È una situazione terribile che ho denunciato ogni giorno -dice il battagliero Bruno Vittorio Alioto, abitante della zona- tutte le istituzioni, dall’ASP, il Comune, i carabinieri sono informati; ho inviato mail anche ai segretari di partito, alla regione, al ministro della salute, ma nessuno finora si è mosso». 

Una centralina ENEL bruciata, un palo TELECOM pericolosamente traballante, i segni di tanti incendi che si sono succeduti e la probabile diossina andata nell’aria. Un mare azzurrissimo in lontananza, vista da cartolina, ma il fetore e il decadimento terrificante ti riportano alla realtà.

Immagini Contrada Femmina Morta

 

CONTRADA  “PATERNELLA” – “ZUCCO”

Abbiamo proseguito il nostro “tour” tra i rifiuti ed il degrado attraverso la Contrada “Paternella”, passando dalla villa appartenuta alla principessa Fassini, un tempo gioiello del liberty, forse frutto del genio creativo di Ernesto Basile, commissionata dai Florio per la principessa e storica sede della prima “comune Hippy” in Italia. Il nostro sguardo poi, a pochi metri, su torre Toledo (del 1405), anche essa abbandonata e crollata lo scorso anno nell’incuria e nell’abbandono totale, beni -anche questi- circondati da un mare di rifiuti.

Immagini Contrada Paternella

Decidiamo poi di salire sulla collina antistante (Paternella-Zucco) attraverso una strada che ad un certo punto costeggia l’autostrada. Una zona isolata, una strada sterrata da dove si scorge tutto il paese. E qui incontriamo tantissimo eternit, già sfibrato e a pezzetti, guaine, copertoni, diversi sottopassaggi dove troviamo l’inimmaginabile. Il nostro accompagnatore locale ci fa notare lateralmente le diverse ed immense vasche in cemento, che stridono non poco con questa campagna quasi sospesa in aria e tanto profonda, frutto di lavori ciclopici rivelatisi sostanzialemte inutili. Arriviamo alla vecchia cava della “Ramaria”, sequestrata alla famiglia dei D’Anna e definitivamente chiusa. Ci fermiamo un attimo e osserviamo la montagna “mangiata”: tanta sabbia rossa.

Immagini Contrada Paternella-Zucco

Dopo qualche minuto di silenzio decidiamo di ridiscendere, imboccando una strada ripida che taglia, senza mai incontrare nessuno. Arriviamo allo “Zucco”, terra fertilissima e qui, all’incrocio, ancora una mega discarica: davanti ai nostri occhi di tutto, persino un povero cane morto e probabilmente abbandonato lì dal suo aguzzino.

Il fetore è terrificante, immagini forti, terribili, penose. Proviamo a chiedere in giro, se qualcuno abbia mai visto quel cane o conosca il suo padrone. Una donna ci risponde: «Abbiamo segnalato la sua presenza più volte alle autorità preposte, chiedendo una sepoltura dignitosa ma, dopo diversi giorni, giace ancora lì».

Immagini dello Zucco

Proseguiamo verso la Statale, al Km 300, un altro serpentone di immondizia che chiude le strade di accesso agli abitanti della zona: nei momenti peggiori l’accesso alle proprie case è impossibile. Appeso alla ringhiera sopra i rifiuti leggiamo un cartello con su scritto “Sindaco vai a casa”.

Immagini Statale 113 – KM 300

Lungo la statale fino arriviamo al cosiddetto “Residence Cassina”, che i famosi imprenditori Palermitani volevano realizzare. Ville adagiate di fronte al mare, pochissime quelle terminate ed abitate, alcuni cani randagi (nel territorio sono tantissimi), una zona anche essa deturpata, suggestiva ma con un’espansione cementizia fallimentare e senza sostenibilità, che ha preso purtroppo il sopravvento anche in questi ultimi anni.

Squilla il telefono, ci fermiamo un attimo, un’altra segnalazione. Sconfortati, terminiamo qui il nostro primo viaggio lungo il tunnel delle periferie terrasinesi. Luoghi bellissimi ed unici, che tanti ci invidiano, ma umiliati, martoriati e avvelenati dall’indifferenza diffusa, favorita da politiche scellerate senza lungimiranza, e spesso nel silenzio assordante di coloro che dovrebbero o avrebbero dovuto vigilare.

Spengo il cellulare mentre qualcuno mi sussurra all’orecchio: «Finché si è in tempo, bisogna reagire!».

NOTA A MARGINE

Il giorno dopo, sabato 27 settembre, non sappiamo se per il servizio stesso (di cui si è anticipata la pubblicazione) o per la presenza sul territorio di personalità ospiti del Comune provenienti dalla Germania, è intervenuta una squadra di operatori muniti di motopale e altri mezzi (si presume inviati dal sindaco). Gli addetti hanno ammassato una certa quantità di rifiuti poi collocati in alcuni giganteschi container, lasciati però lì, in brutta presenza e pericolosamente all’aria. Registriamo inoltre alcune segnalazioni secondo cui il cane morto di cui prima s’è detto, sia stato gettato insieme ai rifiuti in uno dei container.

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3 comments on “ECCO LE BOMBE ECOLOGICHE DEL MALAFFARE
  1. Splendido servizio giornalistico di Francesco Cicerone , che con professionalità ha registrato il degrado di queste Contrade . Se questo servizio riuscirà a far meditare sia gli Amministratori sia i singoli cittadini sul disastro ecologico ambientale che si sta perseguendo in nome del Dio danaro, sarà il primo passo di una vera rinascita .

  2. Cara Zina, giovedì 6 novembre ci sarà un interessante dibattito/convegno alla presenza di alcune istituzioni regionali. A proposito di quello che scrivevi…non mancare.

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