Quiete Pubblica: L’Ordinanza Della Discordia

Sulla “movida” terrasinese, il sindaco prende provvedimenti, vietando la vendita di bevande in contenitori di vetro, ma “dimentica” la questione
decibel. Il Comitato dei cittadini del centro storico
sul piede di guerra: “Presto un’azione legale contro il sindaco”.

di Franco Cascio

movida ordinanza

“Contentino”. Così il Comitato spontaneo dei cittadini residenti nel centro storico di Terrasini ha definito l’ordinanza del sindaco, la numero 58, “in materia di sicurezza urbana e per il contrasto all’abuso di somministrazione e vendita di alcolici e superalcolici nel Comune di Terrasini”. Nessun cenno, infatti, nell’atto di Massimo Cucinella rivolto ai titolari dei pubblici esercizi, su ciò che ai cittadini del centro storico, esasperati al punto di avere proposto diffida contro lo stesso sindaco, sta più a cuore: mettere un freno alla musica ad altissimo volume che rende insopportabile la vita dei residenti in «ogni ora del giorno e della notte». Un palliativo, quindi, più che un serio tentativo di mettere ordine in un settore dove, specialmente dagli ultimi anni, non esistono più regole.

Eppure nella diffida presentata qualche settimana fa contro il Primo cittadino, il Comitato per il centro storico era stato abbastanza chiaro: « … è del tutto intollerabile l’uso spropositato di apparecchiature musicali».

Lo stesso Comitato, inoltre, reclamava l’adozione di precisi provvedimenti come la «regolamentazione degli orari di esercizi pubblici quali bar, pub e discopub e relativa apertura notturna; regolamentazione degli orari relativi agli spettacoli musicali durante gli orari serali e notturni; l’imposizione di divieto di vendita di alcolici in bottiglie di vetro».

Di questi, solo l’ultimo sarebbe stato preso in considerazione dal sindaco nella sua ordinanza, oltre al divieto di «porre in essere comportamenti gravemente lesivi del decoro cittadino (abbandono di rifiuti, grida notturne, imbrattamenti, etc)».

Nessun provvedimento, dicevamo, sul problema decibel, vero incubo dei residenti del centro storico, in grado di compromettere le normali attività quotidiane oltre che il loro riposo.

Sarebbe bastato prendere esempio dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, anche lui sommerso da una valanga di denunce presentate dai cittadini esasperati, che nell’ordinanza firmata per regolamentare la “movida” palermitana, ha espresso divieto assoluto di utilizzo, all’esterno dei locali, di impianti elettroacustici di amplificazione e di diffusione sonora. Il provvedimento di Orlando vieta la diffusione sonora esterna a partire dalle 24. Mentre, nelle giornate di venerdì, sabato e prefestivi, sarà consentita fino all’1 del giorno successivo. Dopo tali orari ogni attività musicale potrà avvenire solo all’interno del locale a porte e finestre chiuse. In ogni caso, è sempre vietata l’attività musicale esterna con impianti elettroacustici di amplificazione e diffusione sonora.

Una decisione lungimirante quella di Orlando con la quale l’amministrazione comunale del capoluogo intende garantire “il diritto alla quiete dei cittadini, provando a sintonizzare tale diritto con quello a fare impresa degli operatori economici dell’intrattenimento serale”.

Da parte sua, il Comitato dei cittadini  -che dopo l’emissione dell’ordinanza si è sentito un po’ gabbato- non ha nessuna intenzione di rassegnarsi. Anzi, il prossimo passo  –secondo quanto riferitoci–  sarebbe quello di avviare un’azione legale nei confronti del sindaco.

Di certo c’è che non basta una semplice ordinanza  -parziale o completa che sia–  per regolamentare un settore ormai cresciuto a dismisura. Sarebbe opportuno, invece, emanare un regolamento che fissi norme certe, soprattutto per garantire la tranquillità ai cittadini che vivono nel circuito dove insistono gli esercizi pubblici.

Anche se, per ridare al centro storico di Terrasini l’immagine di un tempo e abbandonare quella dello svago scanzonato da discoteca a cielo aperto, si avverte sempre più la necessità di un generale processo di inversione culturale che ridia serenità alla cittadina. E in questo senso non c’è ordinanza che tenga.

Infine, la politica terrasinese, che sulla vicenda sembra essere stata volutamente distratta. A partire dalle forze di opposizione del paese, sia quelle consiliari che extra-consiliari, di solito sempre pronte a cavalcare il malessere dei cittadini. Difficile e rischioso, infatti, schierarsi contro gli interessi di una categoria: c’è in ballo il consenso a ridosso delle prossime elezioni, consenso che, a ben riflettere, sarebbe ben poca cosa rispetto all’interesse collettivo.

 

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One comment on “Quiete Pubblica: L’Ordinanza Della Discordia
  1. Il sindaco continua a non rispondere alle domande e alle istanze dei cittadini, il consiglio interroga ma non si interroga, l'amministrazione sembra affidata agli studi legali, tante sono le liti aperte e non concluse sino al terzo grado di giudizio . Gli indignati e gli schifiati esercitano in silenzio ed è per questo che il volume aumenta la sua azione di disturbo. In democrazia il governo spetta al popolo che lo esercita in forma diretta o indiretta, attraverso dei propri rappresentanti. Ma siamo certi che i nostri ci rappresentino?

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