INDIZI VISIVI

PARCO GIOCHI COPERTINA

La riapertura del parco giochi di Terrasini celebrata da una foto che dice tanto. Piena di “indizi visivi”. Tutti da decifrare.

Proviamo anche noi a giocare con le immagini, come fa Filippo Ceccarelli nella sua rubrica “Indizi Visivi” su il Venerdì di Repubblica. Nessun paragone, per carità, con il giornalista capace come nessun altro di raccontare uno scatto, di svelare dettagli che sfuggono al normale osservatore. Ma proviamoci.

La foto che vedete è stata scattata in occasione della riapertura del Parco giochi comunale, dopo la chiusura durata oltre sei mesi. Il protagonista principale dello scatto è senza dubbio Massimo Cucinella. Il sindaco non sceglie una posa istituzionale, ma decide di farsi immortalare adagiato su uno degli scivoli del parco giochi che abitualmente usano i bambini. Una gag presumibilmente concordata con l’autore della foto.

Un po’ per il sole che gli colpisce il volto, un po’ per il sorriso obbligato, il Primo cittadino assume l’espressione piaciona e rassicurante del sindaco “tra la gente e per la gente”. Allegro, ironico, fuori dagli schemi. Un sindaco che simpaticamente si prende in giro salendo a cavalcioni su uno scivolo, senza preoccuparsi nemmeno un attimo del fatto che qualche malpensante possa interpretare la scenetta come spicciola propaganda.

Alla sua destra, invece, in posa altamente istituzionale, braccia dietro le spalle, petto in fuori, sguardo alto e fiero, il consigliere comunale Filippo Caruso, che proprio pochi giorni fa ha deciso di abbandonare la maggioranza per passare tra i banchi dell’opposizione. Ma quando c’è da fare passerella non c’è maggioranza o opposizione che tenga. Tutto passa in cavalleria – è cosa nota – per il bene del paese.

Al centro, fra un paio di rappresentanti della Protezione Civile, che ha preso in carico momentaneamente la gestione del Parco giochi, il dirigente del Comune che, diversamente dagli altri, non abbozza nemmeno mezzo sorriso. Anzi, sguardo distratto e lontano dall’obiettivo, sembra quasi imbarazzato, non proprio felice di partecipare all’allegro quadretto. Forse perché – proviamo a immaginare – consapevole di certi limiti, sa benissimo che non c’è niente da festeggiare, che l’evento straordinario che gli altri soggetti immortalati vorrebbero esaltare, in realtà non esiste.

Parco_GiochiE non avrebbe torto. Il parco giochi, opera dell’ex sindaco Antonio Randazzo, è rimasto chiuso per sei mesi, abbandonato all’incuria e con le vibranti proteste dei genitori che si sono visti negare uno spazio vitale per lo svago dei propri figli. Solo grazie alla Protezione Civile (a cui va il plauso incondizionato), che a titolo gratuito se ne prenderà cura temporaneamente, si è riusciti a restituire il parco alla collettività.

Volontari, dunque, cittadini comuni, che ancora una volta si sostituiscono alle Istituzioni. Quegli stessi cittadini che avevano eletto i propri rappresentanti demandando loro il compito di fare funzionare le cose. E, ancora una volta, dinanzi al fallimento, all’incapacità di chi amministra, sono stati costretti a scendere in campo personalmente, mettendo a disposizione la propria opera gratuitamente.

Ecco perché – al di là della buona notizia per la riapertura del parco – c’è poco da ridere, poco da festeggiare.

Commenta su Facebook
5 comments on “INDIZI VISIVI
  1. Da ridere invece c'è e tanto. Il parco giochi era stato chiuso perché a causa della carenze evidenti che probabilmente sono state la causa di un infortunio occorso a un piccolo frequentatore del parco, è diventata di dominio pubblico la circostanza che mancava l'assicurazione che avrebbe coperto le spese reclamate dalla famiglia del piccolo infortunato. In seguito alle proteste, alle varie richieste di chiarimenti e alla minacciata manifestazione di protesta promossa dai genitori, il sindaco è stato costretto a riaprire, con la collaborazione della protezione civile, il parco senza che fossero venute meno le cause che ne avevano consigliato la chiusura. Delle due l'una, o non c'erano gli estremi per la chiusura o adesso non ci sono i presupposti per l'apertura. Decidete voi.

  2. Caro Giacomo, una precisazione: il tuo interrogativo finale è d’obbligo così come veritiera è la tua sintetica ricostruzione dei fatti. Tuttavia l’articolo di “Terrasini oggi” ha voluto dare alla vicenda un taglio del tutto diverso, diciamo sulla “fenomenologia dell’immagine e dell’apparire”. Qualcosa in più e di diverso dalla cronaca di cui a lungo si è scritto e parlato.

  3. Caro Giacomo, una precisazione: il tuo interrogativo finale è d'obbligo così come veritiera è la tua sintetica ricostruzione dei fatti. Tuttavia l'articolo di "Terrasini oggi" ha voluto dare alla vicenda un taglio del tutto diverso, diciamo sulla "fenomenologia dell'immagine e dell'apparire". Qualcosa in più e di diverso dalla cronaca di cui a lungo si è scritto e parlato.

  4. Sono Francesca Davì di Tele Occidente, autrice della foto scattata con il mio IPhone al parco giochi di Terrasini e concessa al collega Riccardo Salvia, carissimo amico che stimo molto. Ho letto l’articolo su terrasinioggi e mi sembra corretto chiarire alcuni punti: lo scatto non è stato concordato, dovevo fare una fotografia da utilizzare per teleoccidente.it ed ho chiesto
    al sindaco Cucinella -forse con leggerezza- di salire sullo scivolo, simpaticamente ha accettato, e così anche i presenti. Insomma, è nata sul momento. Non pensavo minimamente che la foto potesse diventare oggetto di un vostro articolo, nulla da ridire per carità, ma mi sembrava corretto, comunicarti come sono andate realmente le cose. La mia giustificazione ovviamente non vuole essere una difesa sull’operato giusto o sbagliato del sindaco, se ci seguite sai che evitiamo nei nostri articoli i commenti personali
    Cordialmente
    Francesca

    • Cara Francesca, la precisazione mi sembra opportuna. Chi ha messo giù la nota alla foto (firmata redazione) non si è posto questi particolari “retrostanti”, limitandosi al commento dell’immagine in sè. Grazie comunque per la tua precisazione che ci ha dato la possibilità di scorgere l’umanità (ma anche la storia, che non si vede nè si può sempre vedere), che si muove dietro all’apparente staticità di una immagine. La Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *