TERRASINI-CURTÌGGHIU 2.0: «Ladri per passione o per bisogno?». Questo il dubbio amletico di oggi

NAVE 2

Nell’era digitale capita che il buon caro vecchio “curtigghiu” paesano si sposti dalla piazza reale a quella virtuale. Anche Terrasini, complice forse l’assenza dei ficus di piazza Duomo la cui ombra per decenni ha garantito l’anonimato al più sfrenato chiacchiericcio, non è stata esente da questo fenomeno, e i cari vecchi curtigghiari, abbandonate le persiane semichiuse e le sedie davanti al portone di casa, hanno deciso di spostarsi sui social network.

(F.C.)

In questi ultimi giorni, un episodio di cronaca che avrebbe visto protagonista una giovane coppia fresca di matrimonio ha alimentato il dibattito in rete al quale i navigatori terrasinesi (da non confondere con la marineria che è un’altra cosa) non si sono certo sottratti.

Si tratterebbe di due concittadini (ma secondo alcuni sarebbero di Carini, mentre per la stampa nazionale, molto più genericamente, di palermitani) che durante la crociera in occasione del loro viaggio di nozze avrebbero saccheggiato il duty free della nave.

Ed è stata proprio la stampa nazionale a dare risalto alla vicenda per la peculiarità che ha contraddistinto il fatto di cronaca. I contorni abbastanza curiosi dell’episodio (due freschi sposi che rubano durante la loro luna di miele) non potevano certo sfuggire agli organi di stampa che non hanno perso tempo a bollare marito e moglie come novelli “Bonnie e Clyde”.

Come giustamente ha sottolineato il funzionario di polizia che ha svolto le indagini, appare abbastanza triste il fatto che il viaggio di nozze di questi giovani sposi (e il loro matrimonio, poiché ogni anniversario coinciderà puntualmente con il ricordo di quanto accaduto) sia stato macchiato da tale insano gesto.

Questi quindi i fatti. E il “curtigghio” non ha perso tempo a interrogarsi innanzitutto sul movente. Secondo alcuni infatti sarebbe altamente improbabile che il furto sia stato commesso per necessità, sebbene non sia da escludere. Niente nomi, ma gli utenti terrasinesi sanno bene di chi si sta parlando, di gente che non se la passa male. Quindi perché rubare?

Scartata quindi l’ipotesi del furto per necessità, rimane quella della goliardata o dell’incapacità di sottrarsi all’istigazione a delinquere commessa da terzi (a quanto pare, infatti, non avrebbero agito da soli). Certo, se si dovesse accertare che i fatti corrispondono a quelli riportati dalla stampa, si tratterebbe di un vicenda assai biasimevole, ma sarà in ogni caso l’autorità competente, dopo un giusto e regolare processo in cui sarà stabilita la verità, a pronunciarsi sul destino dei due.

Intanto però il popolo del web-curtigghio la sua condanna l’ha già emessa. E la sentenza dice che «non dovrebbero uscire più di casa», «si dovrebbero vergognare», «sparti sunnu chini ri picciuli», e via dicendo.
La rete, si sa, non perdona. E il “curtigghiu” nemmeno. Quando rete e curtigghio poi si uniscono, la miscela diventa micidiale e l’indignazione cresce in maniera smisurata. Ma in questo caso, forse, più che l’indignazione emerge l’elemento proprio del curtigghio, quello che cioè lo caratterizza: il compiacersi per un’altrui sventura.

Perché se davvero l’indignazione fosse basata sul fatto in sé  -vale a dire sull’episodio-reato nonché sulla totale mancanza di valori etici e morali in quella coppia di giovani sposi-  allora la stessa indignazione sarebbe dovuta esserci nei confronti di quei tanti concittadini che con il loro operato hanno macchiato il buon nome di Terrasini, dai mafiosi ai notabili locali passando per i politici del presente e del passato che, anziché per il bene comune, hanno agito esclusivamente per il proprio e per quello dei loro familiari.

Ma a questi probabilmente mai nessuno dirà che dovrebbero vergognarsi o non uscire più di casa. Né in piazza né sul web.

 

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11 comments on “TERRASINI-CURTÌGGHIU 2.0: «Ladri per passione o per bisogno?». Questo il dubbio amletico di oggi
  1. Certo è che gli organi di stampa nazionali non abbiano messo in risalto invece la notizia del matrimonio celebrato a Palermo alla Cappella Palatina che ha sancito l’ unione e la pax vivendi delle famiglie Riina e Messina Denaro…questo mi preoccupa un pò di più dei ladri di galline in viaggio di nozze…

  2. Purtroppo a volte si fanno le cose solo per una banale, inutile e assurda sfida con se stessi e, magari, anche con altri, del tipo: “vuoi viriri ca ma firu a …. etc…” sfida sciocca e senza senso, non credo che volessero veramente rubare; credo che in quel momento non hanno pensato alle conseguenze e penso che hanno fatto solo una bravata. Chi è causa del suo male pianga se stesso … sicuramente ne piangeranno le conseguenze.

  3. L’articolista é un parente dei simpatici sposini?
    Sembra più indignato per il (giusto) clamore suscitato dal reato (probabile) commesso, con l’aggravante dei futili motivi, dai giovani colombi impegnati in un ampliamento della propria lista nozze che per l’atto stesso; neppure motivato (se non da una interiore disposizione) dal bisogno e commesso ad ulteriore danno d’immagine di noi poveri meridionali!
    C’é gente che ogni giorno rischia del proprio per dare un’immagine diversa della Sicilia. Certi atti sono inescusabili: certa gente costringe la società a mettere le grate alle finestre e i lucchetti alle vetrine della merce esposta. Questo ci rende diversi dai paesi civili.
    Sappia che sembra accertato che “contenere” le motivazione dell’altro é indice di simile disposizione d’animo.

  4. Gentile Corsarino, se rileggesse più attentamente l’articolo si accorgerebbe che non c’è nessuna indignazione da parte di chi scrive per il clamore suscitato dall’episodio, clamore tra l’altro del tutto giustificato come si evince dall’articolo stesso. L’articolista ha provato a mettere in risalto che se la stessa indignazione ci fosse nei confronti di chi per decenni ha fatto man bassa nella “boutique comunale” per soddisfare i propri bisogni anzichè quelli della comunità o nei confronti di quei concittadini i cui nomi sono finiti negli atti giudiziari per questioni inerenti la criminalità organizzata, allora forse si potrebbe vivere in un contesto sociale migliore. Riguardo alla sua battuta iniziale circa una possibile parentela, in realtà il dubbio che qualcuno potesse scambiare l’articolo per una “difesa” nei confronti dei due sposini un pò era balenato. Fortunatamente nessuno ha interpretato erroneamente il significato dell’articolo dando questa strampalata chiave di lettura. Tranne lei, Corsarino.

  5. “..Intanto però il popolo del web-curtigghio la sua condanna l’ha già emessa. E la sentenza dice che «non dovrebbero uscire più di casa», «si dovrebbero vergognare», «sparti sunnu chini ri picciuli», e via dicendo. La rete, si sa, non perdona. E il “curtigghiu” nemmeno. Quando rete e curtigghio poi si uniscono, la miscela diventa micidiale e l’indignazione cresce in maniera smisurata. Ma in questo caso, forse, più che l’indignazione emerge l’elemento proprio del curtigghio, quello che cioè lo caratterizza: il compiacersi per un’altrui sventura…”

    Sarà come dice lei!

  6. Voglia scusarmi se mi permetto di chiarire il perché del “messaggio” a me pervenuto dal suo scritto.
    Quello che mi ha colpito é che lei non ha sostenuto la giusta indignazione dei cittadini del Comune interessato (Terrasini? Carini?), esposto “una volta di più” allo sdegno degli osservatori (lo spiritoso gesto dei protagonisti é di pubblico dominio sul piano nazionale ed internazionale: credo che sia degno di una accusa di furto con destrezza, in quanto perpetrato da più persone impegnate a distrarre la disgraziata commessa; inoltre, visto il numero dei partecipanti all’azione, non é impossibile che il P.M. debba inserire l’associazione; infine esiste l’aggravante di avere approfittato della fiducia di chi ha esposto la merce).
    A mio sommesso avviso, avrebbe dovuto farlo perché quello che é accaduto lo merita pienamente!
    Poi, invitare i cittadini a “sentire”, ancor di più, l’offesa di chi: “…Dai mafiosi ai notabili locali passando per i politici del presente e del passato che, anziché per il bene comune, hanno agito esclusivamente per il proprio e per quello dei loro familiari….”, pone alla gogna l’intera popolazione!
    Lodare il loro “sentire” e incitare ad un più coraggioso intervenire sarebbe stata una lezione educativa.
    Così, invece, é sembrato (ma solo a me, of course!) volesse dire: “…poveretti, quelli sono poveri sprovveduti che giocherellavano…” (credo che la commessa avrebbe dovuto rimetterci un paio di mesi di stipenio, se non di più!).
    Lei crede davvero che delle personcine a modo possano fare per “goliardia” quello che quel simpatico gruppetto a fatto?
    Lei pensa che si possa averlo fatto per caso e solo per quella volta?
    Ma quello che più interessa: non crede che l’educazione dei cittadini a denunciare le malefatte dei “notabili etc. locali” cominci dal far comprendere che la legalità é anche non buttare la carta nella pubblica via?
    Credo proprio che sia Lei, e non io, a dover rileggere l’articolo che ha scritto.
    Buon lavoro.

  7. MI VERGOGNO PROPIO DI DIRE CHE TERRASINI SI E RIDOTTA COSI ANZI I GIOVANI PENSAVO CHE FACEVANO MOLTO MEGLIO NON DICO PIU NIENTE SOLO VERGOGNATEVI UN BEL PAESE RIDOTTO COSI

    • Gentile Ninfa, pensiamo che lei ci segua da molto lontano. E la cosa ci fa molto piacere. L’idea di mantenere vivo un filo tra il suo paese natale e la sua attuale residenza “in tempo reale” è una di quelle “magie” che solo internet permette.

      Sarebbe bello se volesse raccontarci con il cuore in mano quali sono le sue impressioni a guardare Terrasini da così lontano. Grazie, speriamo di rileggere ancora un suo commento.

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