SPENTI I “FUOCHI”, ORA SI ACCENDA LA RIFLESSIONE

copertina incendio“Ronde notturne”? Iniziativa apprezzabile, ma… attenzione: “A ciascuno il suo” (ruolo).

Assicurati alla giustizia gli autori dei raid e chiariti -almeno così sembra- i contorni e la natura della tristissima vicenda (poco importano, se ci pensiamo, i dati anagrafici di coloro che per alcune settimane hanno seminato allarme e paura), riteniamo sia opportuno, a questo punto, esprimere alcune semplici considerazioni generali su quanto accaduto, soprattutto alla luce delle ricadute sia emotive che culturali sul corpo vivo della nostra Comunità.

Intanto, domani mattina, come già da noi preannunciato, si svolgerà una importante Seduta consiliare sul problema dell’Ordine Pubblico e questa occasione, quanto mai opportuna, non può vedere estraneo il nostro Blog dal dibattito democratico che -si spera- potrà essere denso di proposte politiche operative e responsabili.

Lo spunto principale alla riflessione ci viene però offerto dalla scelta degli amministratori comunali di andare in giro di notte per le vie del paese nella speranza di sorprendere sul fatto gli autori dei raid incendiari.

Una scelta oltremodo coraggiosa, questa, decisa da uomini (ancor prima che amministratori), che sono padri, mariti, figli. Disarmati, hanno corso un grosso rischio, ignorando totalmente chi e quanti presunti criminali potessero trovarsi loro di fronte. Stesso discorso vale per i cittadini che hanno preso parte alle “ronde” messe su dallo stesso sindaco. Anche questi ultimi, padri, mariti e figli, spinti da un fortissimo senso civico, hanno sfidato il buio e il freddo della notte per individuare i malfattori.

Il tutto, lo ripetiamo, senza avere la minima idea di chi o cosa potessero trovarsi davanti. Le ipotesi circolate in questi giorni, circa la natura degli atti intimidatori e dei loro autori, sono state infatti le più disparate. Dai semplici balordi in preda a quella noia che solo la provincia sa offrire, agli appartenenti alla criminalità organizzata intenzionata a condizionare l’economia del paese. E se con i primi forse sarebbero bastati un paio di ceffoni, con i secondi invece ci sarebbe stato poco da scherzare. Trovarsi con un’arma puntata addosso -per fare un esempio- non sarebbe stata una bella cosa per quegli amministratori e quei cittadini, padri, figli e mariti.

images 2Ci sono le Forze dell’Ordine per questo. Che sono armate, addestrate e … pagate, magari male, ma pagate; che sanno come comportarsi e come reagire. È vero, i tagli al settore sicurezza hanno ridotto drasticamente il numero di uomini e mezzi. Ma la soluzione non è certo quella di ovviare con simili iniziative.

Semmai la politica (la sottolineatura è generale) più che andarsene in giro la notte (i leghisti di Bossi furono gran maestri in questo tipo di iniziative notturne), dovrebbe impegnarsi di giorno per far sì che in un Paese democratico l’ordine pubblico sia garantito da quei soggetti deputati a farlo. E non sostituirsi a questi.

Viviamo un’epoca in cui affiora una notevole sovrapposizione di ruoli: magistrati che fanno i politici, politici che si sostituiscono ai magistrati, genitori che ne sanno più degli insegnanti, e via dicendo. Non è che per caso ci sia un po’ di confusione? Forse questo accade per il venir meno di valori, saldi principi e punti certi di riferimento? per mascherare vuoti di competenze?
E tutto questo è forse figlia dell’insicurezza del tempo odierno?polizia_1

Questi sono gli interrogativi a cui non si può sfuggire, tranne che non si voglia pagare un alto prezzo in termini di Libertà, Democrazia e, perché no, anche di “sicurezza”. Sicurezza che le vere “ronde” previste dalla Costituzione della Repubblica democratica devono garantire e garantiscono.

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