“MALATTIA”, Un Segnale Che il Corpo Ci Invia

OpinioneL’OPINIONE di oggi

di Guido Sammartino *

 

Riuscire a dare una definizione autentica del termine “malattia” non è semplice. Se analizziamo la parola salute-mentale-586x439latina male-actio (mala azione dovuta all’ignoranza della mente del soggetto) dal punto di vista semantico nelle sue radici dell’antico Ebraico-Fenicio, troviamo che la parola male (vera’) significa: ciò che non è ancora bene, cioè che il male è un bene potenziale, quindi educativo.

E se la malattia fosse dunque qualcosa da cui trarre insegnamento?

Siamo talmente (pre)occupati a dover giustificare ogni cosa accada nel mondo, che abbiamo perso di vista la capacità di ascoltare con SINCERITÀ il nostro corpo ogni volta che vuol comunicare con noi. E uno dei modi con cui ciò accade potrebbe essere proprio quello che noi temiamo più di ogni altra cosa: “la malattia”. Forse uno dei doni più preziosi che la natura ci abbia mai offerto.

Ma come può la malattia essere la nostra più grande alleata quando invece viene vista come un nemico da combattere a tutti i costi?

Secondo molti studiosi, ciò che viene spesso trascurato è il concetto secondo il quale il nostro organismo non lascia nulla al caso. Quello che sta ormai emergendo con sempre maggior chiarezza è che la sfera emotiva di ognuno di noi riflette indiscutibilmente lo stato di salute del nostro corpo. I conflitti emotivi che viviamo quotidianamente e che spesso divengono quasi una condizione di normalità, hanno la capacità di innescare tutta una serie di complessi meccanismi che troveranno presto o tardi riscontro in una specifica zona del corpo.

Il nostro organismo starebbe semplicemente rispondendo ad un conflitto emotivo irrisolto con un linguaggio semplice da decifrare. In altre parole si tratta di un segnale che il corpo ti sta inviando per indicarti che è necessario risolvere qualcosa a monte.

Ammalarsi-di-salute_-Riflessione-sul-confine-fra-salute-e-malattia_article_bodyQuello che secondo alcuni può essere uno dei più grossi limiti della medicina ufficiale è proprio quello di soffermarsi solo ed esclusivamente a spegnere il sintomo che spesso compare senza alcun preavviso. L’attuale modello culturale consiste nel dovere a tutti i costi fuggire da ciò che il corpo vuol comunicarci in maniera naturale, non considerando che così facendo si pone l’organismo nelle condizioni di non arrivare mai alla completa risoluzione del problema, ma solo ad una apparente ed illusoria guarigione. Presto o tardi il problema si riproporrà e talora in maniera ancor più amplificata di come si era presentato in origine.

Ecco perché chi inizia una cura farmacologica spesso non la può più abbandonare perché l’obiettivo che si propone è solo quello di mantenere il sintomo in quiete, soffocando il prezioso messaggio che il nostro corpo ci trasmette. Si entra così in un circolo vizioso da cui spesso non puoi uscire e dove talora gli effetti collaterali superano di gran lunga i reali benefici. I farmaci ovviamente hanno la loro utilità specie se ti devono salvare la vita nell’immediato, ma non si può arrivare alla completa risoluzione del problema se non ci assumiamo la responsabilità di noi stessi.
Il vero cambiamento non può che partire da noi.

Ma siamo ancora in tempo per poterci risvegliare da questo lungo torpore. L’importante è iniziare ad aprirsi con coraggio a nuovi punti di vista, a diventare cioè le pecore nere del nostro gregge perché talora la soluzione è ad un passo da noi, ma non siamo in grado di vederla.l'uomo di leonardo

«La malattia  -scriveva il medico e scrittore inglese Edward Bachnon è né una crudeltà in sé, né una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci sulla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci».

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* Da circa un ventennio si dedica allo studio e alla ricerca delle terapie alternative e di tutto ciò che possa contribuire a migliorare la salute e il benessere dell’individuo. Attualmente svolge la professione di osteopata a Cinisi.

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