L’OPINIONE
di Guido Sammartino *
Sempre più spesso ci imbattiamo in scenari di “ordinaria follia” in cui persone apparentemente normali improvvisamente si ritrovano a compiere gesti talora estremi che ci lasciano smarriti e incapaci di comprendere.
E immediatamente dopo impegnarci in inconcludenti discussioni su come si sarebbe potuta evitare la tragedia e nella spasmodica ricerca del colpevole di turno per tentare di alleviare il nostro senso di colpa.
Ma cosa può spingere così facilmente una persona a compiere azioni distruttive, talora inspiegabili, andando contro il comune senso della vita?
Provate per un istante a riflettere su quante informazioni ci vengono trasmesse quotidianamente, ma soprattutto provate a riflettere sul tipo di informazioni che riceviamo e in che modo queste ci vengono proposte. Guerre e attentati terroristici, omicidi e violenze gratuite, crisi economica e disoccupazione, corruzione e criminalità organizzata, tasse e privilegi politici, malattie e inquinamento ambientale, allerta meteo e persino invasioni aliene. Ovunque ci volgiamo riceviamo sempre un messaggio di allerta e di sconforto.
Vi siete mai chiesti che impatto potrebbe avere tutto ciò sulla nostra vita e sui nostri comportamenti?
La nostra mente ha la capacità di immagazzinare una quantità indefinita di informazioni che una volta recepite si strutturano in maniera tale da essere loro stesse a governare il nostro modo di essere e di agire, senza averne la ben che minima consapevolezza. I nostri comportamenti riflettono sempre ciò che per noi è diventato un pre-giudizio. Ma questo benedetto pre-giudizio come ci è finito dentro la nostra testa?
La ripetitività incessante nel tempo comporta un fenomeno di identificazione col sistema che ci governa in cui il nostro stato di malessere percepito diviene parte integrante del nostro modo di essere al punto da non riuscire più a trovare le giuste soluzioni ai nostri stessi problemi, semplicemente perché non ne percepiamo più la presenza. Ciò che è divenuto normale non può essere più affrontato con la giusta proporzione e con le dovute risorse.
Alimentare lo sconforto della gente, infondere la paura di non farcela, sapere che in qualsiasi momento può accaderci qualcosa di spiacevole. È questo il messaggio che riceviamo senza tregua e questo ci spinge a credere che sia lecito lottare in ogni momento per la nostra sopravvivenza senza che ciò sia sempre necessario.
E e una scarsa lucidità nell’affrontare gli eventi della vita non fa altro che esasperare i nostri comportamenti che rischiano di diventare sempre più incontrollabili ma soprattutto totalmente inconcludenti proprio perché lottiamo contro qualcosa che non esiste.
Non riusciamo più a distinguere il senso della realtà e abbiamo perso la percezione di cosa può voler significare vivere nel benessere e nell’armonia con se stessi e con tutto ciò che ci circonda nel senso che non ne conosciamo più il significato…nessuno ha più la sfrontatezza di trasmetterci un messaggio del genere.
Spesso il modo migliore per nascondere qualcosa è non nasconderla affatto e pochissimi la vedranno.
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* Da circa un ventennio si dedica allo studio e alla ricerca delle terapie alternative e di tutto ciò che possa contribuire a migliorare la salute e il benessere dell’individuo. Attualmente svolge la professione di osteopata a Cinisi.