I CALPESTATI DELL’ATO-RIFIUTI

Sono gli operatori ecologici di Terrasini già al quarto mese consecutivo senza stipendio.

E nonostante tutto, giorno dopo giorno si spaccano la schiena per pulire il paese. Altro che “salario garantito”, qui si garantisce il lavoro senza salario, come schiavi. «Parlate di noi ogni tanto, non dimenticateci!», dice uno di loro prima di allontanarsi.

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Il cartello di protesta risale al mese scorso

 

di Giuseppe Ruffino

 

Terrasini, giovedì 10 settembre, ore 11:15

Posteggiamo nei pressi del municipio. Non facciamo in tempo a chiudere la portiera e un paio di operai si avvicinano. «Siamo al quarto», dice uno di loro mentre alza una mano mostrando quattro dita.

Cosa significhi esattamente quel “4” ce lo spiegano poco dopo. Non percepiscono lo stipendio da ben quattro mesi. Poi ci chiedono a bruciapelo: «Voi cosa fareste al posto nostro?».

Li guardiamo imbarazzati. Abbozziamo una specie di risposta: «Ma il sindacato …?!». Scuotono la testa: «Neanche scioperare possiamo perché, essendo dell’ATO PA1, temiamo che possano trasferirci in un altro paese del comprensorio. Calpestano i nostri diritti e la nostra dignità».

E già, i diritti … la dignità … Ci viene in mente quel gran discutere a livello nazionale sul così detto “salario garantito” per chi cerca il lavoro. Sarebbe una gran bella cosa ottenerlo, ma appare a dir poco singolare che se ne parli tanto mentre c’è chi il lavoro lo svolge senza salario.

foto 1È uno spicchio di mondo alla rovescia quello che ci sta dinanzi, un incubo, un labirinto in cui non si capisce più dove finisca la rassegnazione e dove inizi la prepotenza.

Noi cosa faremmo al posto loro? Troppo difficile o troppo facile  -a seconda dell’angolo di visuale-  rispondere in concreto. Bisogna starci dentro per capire fino in fondo e agire di conseguenza.

Abbiamo provato (solo provato) a immaginarci impegnati in un lavoro senza ricevere un euro, con una famiglia sulle spalle, le bollette da pagare, la spesa da fare, i figli a scuola, la rata del mutuo … Incredibile: c’è chi è stato costretto a ricorrere alle banche per tirare avanti. 

Noi abbiamo provato a immaginarci al posto loro. Provateci anche voi, non costa nulla; chiudete gli occhi, solo un po’ di angoscia. 

Si è in pochi a parlarne e i primi sono loro a esserne consapevoli. Infatti, separandoci, ci fanno promettere di ricordarli di tanto in tanto sul giornale.

Almeno questo glielo dobbiamo. E poi?

 

 

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4 comments on “I CALPESTATI DELL’ATO-RIFIUTI
  1. sarebbe opportuno che chi di competenza desse risposte sinificative prima agli operatori ecologici e dopo alla cittadinanza che paga regolarmene le tasse anche per garantire i loro salari .

  2. Stamane discutevo con uno di loro che mi parlava proprio del disaggio e i problemi familiari per il mancato salario … è una vergogna. Chi è preposto ha il dovere di agire in fretta per risolvere questo problema.

  3. Ho più volte parlato con alcuni di loro a cui ho manifestato le mie perplessità circa le procedure che gli amministratori comunali avevano promesso di attivare, come il pagamento diretto degli stipendi. Non so se lo facessero in buona fede o se sperassero di fare effettuare il servizio il più a lungo possibile. Ho detto loro che come cittadino non poteva che farmi che il paese fosse pulito ma che pensavo che ciò non potesse avvenire sulle spalle di chi lavora e ha il diritto di portare lo stipendio a casa. La crisi viene da lontano e i responsabili sono gli amministratori comunali e dell'Ato stesso. Ma loro non stanno pagando alcun prezzo e gli operai dicono di essere costretti a lavorare anche senza percepire lo stipendio e senza scioperare per il timore di essere trasferiti. In quel caso sarebbero cornuti e bastonati. Non si può scherzare con i diritti di chi lavora.

  4. Un informatore che preferisce rimanere anonimo mi ha confidato che i nostri amministratori si sono impegnati, alla presenza del commissario dell'Ato, a liquidare agli operatori ecologici che continuano a tenere pulita la nostra città, malgrado la mancata riscossione degli stipendi, due delle quattro mensilità arretrate. L'informatore mi ha detto di nutrire forti dubbi circa il rispetto della promessa e noi ci siamo impegnati a monitorare la coerenza degli amministratori. Dal rispetto o meno degli impegni presi deriverà il nostro giudizio sul loro operato.

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