Si conclude onorevolmente la singolarissima vicenda dell’intitolazione al Partigiano cinisense. Nessun trionfalismo, ma la semplice presa d’atto che un volta tanto è prevalso il buon senso.
Sapevamo dal maggio di quest’anno, dopo un incontro risolutivo di una delegazione col sindaco di Cinisi GIANGIACOMO PALAZZOLO, della conclusione onorevole per tutti. Il Sindaco, infatti, ha riconsiderato la primitiva idea di far togliere la lapide alla Via intitolata al Partigiano caduto in combattimento contro una squadra fascista in Piemonte nel 1945, a pochi giorni dalla Liberazione. L’ANPI aveva protestato a suo tempo.
Prima di riprendere l’argomento abbiamo atteso che le tossine della controversia si diluissero; che la ragionevolezza e la verità prevalessero sulla emotività e gli stereotipi. Ma ora, a conclusione della tormentata vicenda,che alcuni organi di stampa hanno ripreso, ci sembra giusto che anche il nostro giornale, che per primo in assoluto martellò contro la paventata decisione, riproponga ai lettori le tappe attraverso cui esprimemmo il nostro netto dissenso contro la delibera di Giunta di eliminare l’intitolazione a un giovane morto combattendo per la Libertà. Un giovane che aveva il solo torto di essere fratello di Gaetano, colui che, nei successivi anni, sarebbe divenuto uno dei più potenti capi della mafia internazionale, giudicato colpevole dell’uccisione di Peppino Impastato.
Un intreccio incredibile, una storia esemplare sulle infinite e profonde contraddizioni (lacerazioni?) che gravano sulla nostra Isola.
Oltre a “Terrasini oggi”, lo scorso anno (e nell’aprile 2016 nell’incontro col sindaco) si mossero instancabilmente persone della società civile cinisense come GAETANO BRIGUGLIO, che dette vita a una pagina Facebook intitolata “Via Salvatore Badalamenti, Partigiano” ; o come DAMIANO RANDAZZO e GASPARE EVOLA, veri infaticabili interpreti del dissenso popolare (raccolsero alcune migliaia di firme che furono inviate all’allora Prefetto di Palermo).
Vogliamo inoltre aggiungere un particolare. Lo scrivemmo allora e volentieri lo ripetiamo oggi senza alcuna ironia: siamo grati al sindaco di Cinisi che, col suo paventato atto (disintitolazione) ci ha permesso di scavare, di andare oltre i “si dice” e i “mi pare”, aiutandoci a portare alla luce la verità (storica) sul ruolo avuto da SALVATORE BADALAMENTI, giovane partigiano trucidato dai nazi-fasciti in Piemonte il 23 aprile del 1945. Infatti, prima di allora, circolavano molte imprecisioni o ricostruzioni fantasiose sul Partigiano Badalamenti.
MA ECCO, PER CHI VORRÀ RIPERCORRERLE, LE TAPPE CHE HANNO CONTRASSEGNATO IL NOSTRO GIORNALE SULLA VICENDA “VIA SALVATORE BADALAMENTI, PARTIGIANO”.
Il caso, affrontato dal nostro giornale, inizia con la pubblicazione di un servizio rievocativo del 25 Aprile 2015 rivolto a Terrasini. Il servizio era totalmente slegato da quelli che seguiranno nei giorni successivi sul partigiano Badalamenti.
La guerra, la Resistenza e infine l’Aprile…! Ma com’era la vita a Terrasini in quegli anni terribili? (link: CLICCA QUI)
A 70 anni dalla sconfitta del nazi-fascismo ci si chiede: come sarà stata la vita a Terrasini mentre tanti giovani soldati terrasinesi, intrappolati nel Centro-Nord fin dal settembre del ’43, sceglievano di combattere nella Resistenza? Del clima presente in paese in quei tristissimi anni ne danno testimonianza, nel breve VIDEO, PINO DI STEFANO e FARO LO PICCOLO.
VIA SALVATORE BADALAMENTI, PARTIGIANO (19/4/2015)
Nella grande epopea della Resistenza italiana compare un cerchietto. Al suo interno c’è scritto “Cinisi”. E poi un altro, concentrico, ancora più minuscolo del primo, in cui si legge: “Via Salvatore Badalamenti”. L’occasione di parlare di questo singolare caso ce la offre il 70° anniversario della Liberazione che, come tutti sanno, cade il prossimo 25 Aprile. E allora scatta spontanea la domanda: chi era Salvatore Badalamenti? Cerca di chiarircelo il Prof. SALVO VITALE nella intervista che segue.
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Cinisi, Via Salvatore Badalamenti? «La lascerei quella via. Felicia merita ben altro!» (2/5/2015) (link: CLICCA QUI ).
A pochi giorni dal ‘9 Maggio’, l’Associazione culturale Peppino Impastato, in una nota inviata al sindaco di Cinisi, chiede formalmente di intitolare a Felicia Bartolotta Impastato, madre di Peppino, la via già intestata a Salvatore Badalamenti, fucilato dai nazifascisti a Cuneo, ma anche fratello di don Tano, uno dei più potenti capi della storia di Cosa nostra. Iniziativa analoga del PD di Cinisi. GIUSEPPE RUFFINO, intanto, in un commento spiega perché non è d’accordo.
CINISI. L’ANPI-SICILIA DICE NO ALLA CANCELLAZIONE DI VIA SALVATORE BADALAMENTI, PARTIGIANO (9/5/2015) (link: CLICCA QUI ).
Una vicenda partita male e gestita peggio, che ha riacutizzato inutili e dannose contrapposizioni di cui non c’era per nulla bisogno! Superficialità e avventatezza di istituzioni, associazioni e partiti.
Salvatore Badalamenti, Partigiano, cadde «combattendo nell’ultima battaglia» con altri tre compagni (16/5/2015) (link: CLICCA QUI )
Ecco il nome di Badalamenti Salvatore scolpito nel Cippo che il nostro Giornale è oggi in grado di mostrarvi. Una vicenda che va oltre i confini della Sicilia.
Via Badalamenti: si dimostri in modo inoppugnabile la “causa naturale” della morte del Partigiano “Turiddu” (29/5/2015) (Link: CLICCA QUI)
Agli incontestabili documenti storici esibiti da più parti e alla chiara presa di posizione dell’ANPI-Sicilia, il Sindaco oppone una ipotesi inconsistente… Vediamo di che si tratta.